Un esercizio di Presenza

Questa è una parola, una indicazione, un segnale stradale fondamentale sulla Via che porta alla nostra Anima. Tutta la mole del nostro Lavoro e del nostro impegno puntano decisi verso questa sublime direzione. Verso questo stato interiore altro, indescrivibile alle parole, inspiegabile a chi non ha compreso, o a chi non ha mai visto in sè stesso di essere un meccano sonnambulo.
La Presenza è uno stato interiore di percezione e di interazione con il Mondo che è del tutto al di fuori del rumore mentale normale nel quale siamo costantemente immersi, come spugne nell’acqua. La Presenza ha un sapore particolare, come scuotere il viso dopo un bagno in acqua fredda. La Presenza è una emozione di tutt’altra intensità, è vedere davvero le cose che accadono in questo momento. Ma la Presenza è anche uno stato dell’Essere per cui stiamo lavorando, che non ci è accessibile solo perchè abbiamo capito che ne esiste la possibilità.
Siamo qui, ma la nostra mente va altrove. Il nostro corpo fisico è qui, la nostra mente è altrove. Ci sono emozioni di disagio, di sofferenza dentro di noi, ma la nostra mente le occlude, le eclissa, e se ne va altrove. Questo è il modo disfunzionale in cui viviamo, tutti noi, perchè la Natura ci porta tutti qui. Presenza non è altro che lavorare per ripristinare integrità, per tornare ad un funzionamento armonioso della nostra percezione e della nostra interazione con il Mondo. Sono qui, e qui è anche la mia mente. Il mio corpo fisico è qui, e qui è anche la mia mente. Sento emozioni di disagio, e la mia mente è qui accanto a loro. Non sono diviso in me stesso e nelle mie percezioni, ma lavoro per tornare Uno. Questo è viaggiare verso lo stato di Presenza.
Il funzionamento attuale di questa nostra società è un perfetto conglomerato di Forze e Sistemi che cooperano al fine di mantenere l’essere umano in stato narcotizzato. Ogni strumento che oggi ci appare così fondamentale, come un computer, un telefono, un qualche pad, ci immerge sempre più profondamente in complessi e inarrestabili flussi mentali, al di fuori e al di là dell’albero del nostro giardino, del gatto sdraiato al Sole, di un figlio che chiede un poco di Attenzione, di un partner che è diventato una cosa scontata. Non occorre essere grandi veggenti, per misurare il nostro stato interiore dopo essere stati esposti senza protezione ad ore ed ore di apparati elettronici.
La narcotizzazione di un essere umano è un processo che si innesca ed è in grado di proseguire in modo automatico potenzialmente per la durata di una Vita intera. Tutti i nostri veicoli inferiori, per una dura Legge alla quale non possiamo sottrarci, tendono naturalmente alla deriva inerziale sonnambolica. Il corpo fisico tende a ridurre al minimo qualsiasi sollecitazione. La mente tende a porsi in uno stato di pensieri associativi e meccanici che annulla costantemente la Realtà di questo momento, che annulla costantemente la Realtà di questo momento. Le emozioni appaiono soltanto per reazione, e ci scuotono verso le stesse azioni compulsive e non modificabili di adolescenti che non sono mai cresciuti.
Ne deriva che per opporsi a questa deriva, occorre inceppare questo funzionamento inerziale. Occorre incepparlo, ovvero occorre inserire qualcosa al suo interno che attraverso il colpo del suo intervento, spezzi la deriva automatica e ci faccia vedere anche solo per un millesimo di secondo che siamo dentro un treno sul quale non abbiamo nessun controllo cosciente. Nessun controllo cosciente.
Basta percepire anche una volta sola questo treno che ci porta a spasso mentre noi siamo narcotizzati al suo interno, per mutare completamente e definitivamente l’intero scenario. Una volta che abbiamo verificato tutto questo in modo personale e non equivocabile, nessuna parola di mente potrà più riportarci beati addormentati nella carrozza di questo treno nero. Perchè non si tratta più di opinioni. Adesso abbiamo visto con la nostra propria percezione che soltanto un istante prima, noi stavamo completamente dormendo.
Inceppare costantemente la deriva inerziale dei veicoli inferiori è un esercizio di Presenza che tutte le tradizioni esoteriche rivolte a risvegliare la nostra Natura Solare contemplano in infinite forme. Del resto, la Fantasia Strategica è come abbiamo visto uno strumento fondamentale nella nostra bisaccia: questa meravigliosa dote ha il senso e lo scopo di fornirci costantemente suggerimenti su come inceppare deliberatamente il funzionamento meccanico ed inerziale dei nostri veicoli inferiori lasciati fuori da una vigilanza cosciente.
Camminare contando i respiri e sincronizzandoli con i passi è un eccellente esercizio di Presenza. Perchè? Perchè inceppa il veicolo mentale, e gli impedisce di partire con il suo flusso costante ed inerziale di inutili associazioni che annullano la Realtà di questo momento. Provare per percepire.
Praticare un’arte marziale è un eccellente esercizio di Presenza. Perchè? Perchè la concentrazione necessaria alla pratica, che coinvolge la mente ed il corpo fisico, ed il corrispondente e profondo lavoro che su di essi si compie, inceppa la deriva inerziale di tutti i veicoli, e costringe per sua natura il praticante ad essere qui in questo momento. Chiunque pratichi una qualsiasi arte marziale conosce ed ha sperimentato con chiarezza questa percezione. Durante la pratica, soprattutto nei praticanti avanzati, emergono dei momenti in cui le parole cessano di avere significato e possibilità di descrizione. Dei momenti in cui la Realtà è differente, più profonda, più intensa, più correlata. Momenti di Presenza.
Mangiare invertendo l’ordine con il quale teniamo abitualmente la forchetta ed il coltello è un eccellente esercizio di Presenza, perchè inceppiamo l’automatico spegnimento delle nostre facoltà percettive che avviene quando mangiamo nello stesso modo. Certo, siamo perfettamente in grado di andarcene con la mente altrove mentre mangiamo; ma questo non può avvenire se inceppiamo il canonico modo di mangiare che ormai abbiamo sedimentato nell’istinto. Dobbiamo essere attenti a come usiamo le posate, altrimenti non si mangia. Quindi, dobbiamo essere qui in questo momento. Anche questo è lavorare sullo stato di Presenza.
Occorre continuare con altri esempi? No, perchè ormai il concetto astratto ci è chiaro. Tutta la nostra Vita, tutta la nostra Vita, può diventare un momento di lavoro sulla Presenza, se utilizziamo appropriatamente la nostra Fantasia Strategica allo scopo. Quello che dobbiamo creativamente prefissarci, è interrompere la deriva inerziale delle stesse cose nello stesso modo, perchè è esattamente questo ciò che ci mantiene addormentati nel fiume delle gargouilles. Non ci serve null’altro che la nostra creatività, per inventare decine e decine di esercizi che inceppino la deriva inerziale dei nostri veicoli. Alziamoci per qualche tempo ad un orario diverso. Cambiamo le strade che percorriamo di solito. Invertiamo l’uso delle mani nelle azioni che ce lo consentano senza pericolo. Non c’è limite alla quantità di esercizi divertenti e creativi che possiamo inventare per accrescere e radicare il nostro stato di Presenza: la nostra intera Vita diventa possibilità di esperienza.
Con un’ultima accortezza che dobbiamo sempre ricordare. Il nostro corpo è un sistema meraviglioso, ed ha la rapidissima capacità di rendere istintivo qualsiasi comportamento. Quando un esercizio è divenuto istintivo, vuol dire che ci siamo di nuovo narcotizzati incorporando questo stesso esercizio nella nostra narcotizzazione, e dunque l’esercizio ha perso il suo scopo e può essere deposto. Magari più avanti lo riprenderemo, chi lo sa. L’importante non è l’esercizio in sè, ma il senso astratto che l’esercizio comporta, che è quello di inceppare la deriva inerziale sonnambolica nella quale la Natura tende sempre a riportarci.
Non abbiamo bisogno di nessuno, per creare costantemente esercizi di Presenza creativi, divertenti ed adatti alla nostra Vita che interrompano la nostra deriva inerziale. Provate a scrivere un testo qualsiasi con la mano altra, e poi percepite che cosa accade dentro di voi nel mentre; provate a distrarvi in associazioni mentali senza senso, mentre scrivete scarabocchi con una mano che regge una penna malferma…
Ma non abbiate fretta. Divertitevi nel viaggio e nella esplorazione, e ricordate sempre che lo scopo è alimentare lo Stato di Presenza. Forse perchè io non sono questa cima eccelsa, ma uno dei miei Insegnanti meravigliosi mi ha fatto lavorare anni, non qualche ora, soltanto con innumerevoli varianti di questa Disciplina.
Metti la cera. Togli la cera.