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Esplorare la Concentrazione


Pubblicato in data 01/03/2016
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Come tutti i fondamenti trasmessi dalla Tradizione, Concentrazione è un segnale stradale, che dovrebbe essere utilizzato per procedere verso una direzione di Azione Conforme che verifichi la bontà e l’affidabilità del segnale.

Ma come tutte le parole, Concentrazione assume – almeno inizialmente – un significato differente per ogni essere umano che la esamina. Una parola non è una esperienza: ma gli esseri umani, nel loro funzionamento ordinario, credono che sia così. Ad ogni parola viene associata una serie di etichette, in un reticolo costruito dalle nostre associazioni neuronali su di essa; e da lì, emergiamo con un significato, che ovviamente non coincide quasi mai con le etichette che un altro nostro compagno ha assegnato alla stessa parola. Questo è il motivo per cui ordinariamente due persone parlano di una parola, ma non si accorgono di stare parlando di due cose completamente differenti.

Ognuno di noi ha costruito una serie di associazioni neuronali, basate sulle fonti più disparate, in relazione alla parola Concentrazione. C’è chi le assegna un significato di sforzo da evitare; chi ne trae l’immagine di una persona in atteggiamento profondamente riflessivo e distaccato; chi la considera una perdita di tempo, perchè vive di emozioni. Se partiamo da queste associazioni, la comprensione diventa impossibile, perchè due o più esseri umani possono comprendersi solo e soltanto se condividono un accordo di Risonanza su ciò che stanno comunicando.

Un accordo di Risonanza su un qualsiasi concetto non si costruisce con il telegiornale, o per sentito dire, ma con una serie di esperienze condivise in Azione, che portino dolcemente le persone, nella loro diversità, nella direzione del medesimo segnale stradale. L’importanza della Concentrazione nel tessuto vivente di un Viaggiatore è tale da richiedere la creazione di un accordo di Risonanza che le è specifico; e per questo, ne esploriamo qui alcuni aspetti, aiutandoci con alcuni elementi estratti dal saggio Concentrazione, di Ernest Wood, appena pubblicato nella Biblioteca di MareNectaris.

Concentrazione è deporre la nostra mente in modo rilassato e persistente su un tema scelto in modo deliberato. Questo è il fondamento di questa pratica, ed è la prima esperienza fondamentale che un Viaggiatore deve attraversare in Azione per comprendere che cosa significhi davvero; questo gli permetterà di verificare in esperienza, e non in letteratura, quale sia la condizione reale della sua mente – al di là delle «parole» che la mente racconta a sè stessa per restarsene indisturbata per qualche decennio.

La pratica della Concentrazione è molto semplice, nelle sue linee fondamentali: si sceglie un tema specifico, e si mantiene per un certo tempo la nostra mente, ovvero il flusso dei pensieri generati nel nostro Veicolo Mentale, ferma su questo tema. Quando la mente, nel suo funzionamento inerziale, tende ad andarsene per i suoi affari in un percorso assolutamente inutile ed inconcludente, ci svegliamo a noi stessi, e la riportiamo al tema che abbiamo deliberatamente scelto attraverso un moto interiore preciso, che si chiama Intento. Cinque, dieci minuti giornalieri sono inizialmente più che sufficienti per approfondire la nostra esplorazione di questo strumento meraviglioso seguendo queste semplici linee guida.

Che cosa significa mantenere la mente ferma sul tema deliberato ? Significa pensare tutto ciò che è possibile pensare e che vogliamo pensare, in libertà ed in modo rilassato, ma soltanto sul tema che abbiamo scelto. Questo è Concentrazione, e sappiamo benissimo che cosa significhi, vista la nostra abilità nel restare concentrati anche diverse ore a pensare disastri, fantasie illusorie, esperienze impossibili, elementi e cose che non vogliamo. Invece di lasciare la nostra mente a dominarci, incominciamo ad esercitare il Comando sulla nostra mente: questo è Concentrazione.

Che tema specifico dobbiamo scegliere ? Qualsiasi tema va bene, purchè sia deliberato e scelto nel novero di ciò che ci migliora, ci espande in comprensione e possibilità, ci costruisce in modo superiore. Si può scegliere una Virtù, una Legge Fondamentale, un aspetto della nostra esistenza che vogliamo comprendere e migliorare, un nostro progetto su cui vogliamo raccogliere Ispirazione e comprensione ulteriore.

Che cosa succede, praticando questo semplice esercizio ? Prima di tutto, non lo praticheremo mai. Anche se leggeremo queste parole, la nostra mente le liquiderà con una piacevole fanghiglia del tipo lo so, lo conosco, non mi serve, e abbandonerà il campo fiera a sè stessa di questa decisione assurda. Su diecimila persone più o meno interessate a fare qualcosa per risolvere quello strano senso di disagio e di mancanza che pervade quotidianamente la propria esperienza di Vita mentre il Tempo trascorre inesorabile, soltanto una possiede l’Intento e la tempra necessaria a procedere da sola, in Azione, nell’esplorazione di questi territori. Le altre, in genere, preferiscono parlare, lamentarsi, piangere, e/o aspettare il nulla in carrozza che finalmente verrà nelle loro fantasie.

Quell’uno su diecimila che procede nella sua esplorazione della pratica della Concentrazione seguendo queste semplici linee, arriverà rapidamente a sperimentare la potenza di questa Disciplina nel costruire deliberatamente il suo mondo, e nell’espandere in modo armonioso e continuo la sua conoscenza e comprensione che ha su di esso. Nel processo, arriverà inoltre a realizzare tutta una serie di Verità, alcune delle quali possono essere indicate nel modo a seguire.

  1. Il Veicolo Mentale nel suo stato ordinario non addestrato è un magma incontrollato che tende in ogni modo possibile a fuggire, a trovare scuse, ad addormentarsi a suo piacimento dentro qualsiasi cosa lo catturi e lo distragga. La conseguenza è il sonno della Coscienza annegata dentro la mente.
  2. Fino a quando riusciamo a ricondurre nella Concentrazione il nostro Veicolo Mentale al tema che abbiamo deliberatamente scelto, siamo vigili a noi stessi; ma non appena le associazioni mentali ci portano via per i loro affari verso considerazioni mentali del tutto scollegate da quello che stiamo facendo, ci addormentiamo, ovvero anneghiamo la nostra Attenzione nel fiume delle garguilles delle associazioni mentali senza senso e senza direzione. La percezione dell’addormentamento non è una questione di letteratura, ma una questione esperienziale, sulla quale non è possibile ingannarsi. Quello che accade nella nostra Concentrazione, accade continuamente nella nostra Vita ordinaria.
  3. Se non siamo capaci di esercitare Concentrazione, significa che non siamo capaci di creare Realtà in modo deliberato. Anche su questo punto, la verifica esperienziale non può più essere ingannata dalla letteratura mentale con cui ci siamo riempiti di viene a me senza sforzo. Come è possibile creare Realtà in modo deliberato, se il nostro Veicolo Mentale non è capace di Concentrazione neanche per cinque/dieci minuti? Che cosa viene a me senza sforzo, se la mia capacità di Concentrazione è nulla, o protesa persistentemente su disastri?
  4. Dal punto precedente, deriva una conseguenza del tutto naturale. Se sono incapace di Concentrazione, significa che la mia Realtà è un effetto che scaturisce da cause esterne a me stesso. Ovvero, ho creato la mia Vita finora come spettatore che si adegua a pressioni esterne, non come attore che genera esperienze muovendo dal suo interno. Se le Potenze del Pensiero creano Realtà – e su questo spero siamo tutti in accordo – e se non sono in grado di dirigere deliberatamente le Potenze del Pensiero attraverso la Concentrazione neanche per cinque minuti al giorno, che tipo di Realtà posso mai aver creato nella mia Vita finora ? Soltanto una: la reazione ad una pressione esterna. Essere deliberato da altrui Volontà, invece che essere la forza guida di me stesso.

Alla lettura di questo quarto punto, ce ne andremo sicuri e soddisfatti a noi stessi che queste sono tutte scemenze. Ecco perchè è necessaria la pratica della Concentrazione, non la teoria della Concentrazione. La pratica porta a realizzare, la teoria da sola porta soltanto a parlare.

A che cosa serve, dunque, il meraviglioso strumento della Concentrazione ? Serve ad addestrarci a muovere deliberatamente le Potenze del Pensiero nel loro aspetto Yang, penetrativo, creativo, costruttore di Realtà. Serve ad addestrarci a non deflettere e a non vacillare dalla costruzione della nostra Vita come una espressione deliberata della nostra Verità, non come una conseguenza di una Volontà altrui, nei confronti della quale cerchiamo costantemente di trovare equilibrismi per non soffrire. Concentrazione è mantenere il Focus delle Potenze del nostro Pensiero su ciò che vogliamo, non sul nulla inerziale nel quale è ordinariamente annegato, in un magma perenne di avidità, odio, e illusione. Le Potenze del nostro Pensiero creano sempre Realtà: ma un Veicolo Mentale che non è addestrato alla Concentrazione, non potrà che creare esteriormente una immagine del suo stato interiore: un magma. Che ribolle, sale, scende, senza forma, in attesa del nulla, cambiando direzione ogni qualche minuto.

Se la nostra Vita non ci risuona, è nel Pensiero che dobbiamo essere capaci di intervenire, perchè il Pensiero muove Sentimento, e Sentimento diventa Azione.

Invece di lasciare la nostra mente a dominarci, quindi, incominciamo in piccole mosse ad esercitare il Comando sulla nostra mente.

Questo, è Concentrazione. Questo, crea differenza.

Non è forse sempre accaduto,
non sta forse accadendo anche adesso,
e non accadrà forse anche nel futuro
che tutto quello che riguarda
il progresso degli esseri umani
è nelle loro mani,
ed è ottenuto attraverso
una sistematica e persistente attività,
un controllo dei desideri
e la Concentrazione della mente?
E’ possibile raggiungere un qualsiasi scopo
senza queste attitudini?

Ernest Wood – dal libro Concentrazione

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Nella Biblioteca di MareNectaris
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